domenica 29 settembre 2013

Siria, Jihad Del Sesso

Nella foto ritrovato dipinto sul muro di un nascondiglio dei mercenari terroristi takfiri, dopo essere stato bonificato dall'esercito in periferia di Damasco, mostra una tabella titolata "il turno di Jihad al-Nika...h" la Jihad del Sesso, per i Mujahideen fanatici di sesso, dove nella colonna a destra ci sono i nomi dei terroristi maschi partendo dall'alto Farouk, Abu Khaled, Abu Omar, Ahmed, mentre il primo rigo riporta i nomi delle donne Jihadiste nel seguente ordine: Rula, Samia, Fahima, nella griglia sono riportati gli orari che variano da due a 3 ore per ogni sessione di sesso.

*Esempio: Ahmed fa Fahima dalle 10-11 e poi riprende dalle 2-4 con Rula.

venerdì 27 settembre 2013

SIRIA, SULLE CHIESE CATTOLICHE AL POSTO DELLA CROCE SVENTOLA LA BANDIERA DI AL-QAEDA.

Siria, Cannibali dello Stato Islamico dell'Iraq e del levante distruggono la croce della chiesa cattolica dell'annunciazione a Raqqa.
 
Gli estremisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante hanno attaccato ore fa la chiesa cattolica "Madonna dell'annunciazione" distruggendo la croce della cupola sostituendolo con la bandiera nera di Al-Qaeda, dopo aver bruciando il contenuto della chiesa di croci, statue, icone, dipinti e quadri.

Nella stessa maniera un'altro gruppo si è diretto alla chiesa dei martiri per gli Armeni ortodossi, poco distante dalla chiesa dell'Annunciazione, nei pressi del parco Rashid, saccheggiandola interamente e dando a fuoco la struttura.

giovedì 26 settembre 2013

Armi Chimiche

Stati_uniti e Israele non hanno mai violato ufficialmente la proibizione dell’uso di armi chimiche, poiché l’agente chimico Orange alla diossina, impiegato massicciamente dagli Usa in Vietnam, e le bombe chimiche al fosforo bianco impieg...ate dagli Usa in Iraq, Iugoslavia, Afghanistan e Libia, e da Israele a Gaza, non sono considerate armi chimiche. Una consolazione per le famiglie che hanno visto i bambini nascere deformi per l’agente Orange o morire bruciati dal fosforo bianco.

mercoledì 25 settembre 2013

Siria: Al-Qaeda rigetta il riconoscimento della cosiddetta coalizione nazionale o governo transitorio

Siria, 13 fazioni e gruppi terroristici Takfiri tra cui al_Qaeda di JabhatAlNusra, e la brigata Tawhid, in una dichiarazione diffusa su i loro account di social network sotto il nome “annuncio numero 1″ rigettano il riconoscimento di ogni forma di opposizione costruita all’estero inclusa la cosiddetta coalizione nazionale o governo transitorio.

lunedì 23 settembre 2013

Siria: Mosca conferma la presa delle armi chimiche dai guerriglieri

MOSCA - Le informazioni russe sulla Siria confermano l’occupazione da parte dei guerriglieri d'opposizione dei territori in cui si trovavano depositi con armi chimiche, ha dichiarato il ministro degli Affari Estero russo Serghej Lavrov nell'intervista ai giornalisti russi, commentando i comunicati che secondo i dati dei servizi segreti d'Israele, i guerriglieri almeno due volte hanno occupato i territori, dove si trovano le armi chimiche.
“Chi finanzia e sponsorizza i gruppi d'opposizione, inclusi quelli estremisti, troverà il modo di richiedere e ritirare ciò che è stato preso e che deve essere distrutto”, ha sottolineato il ministro.

sabato 21 settembre 2013

Siria: formato un nuovo gruppo di guerriglieri provenienti dal Caucaso

DAMASCO - Ad Aleppo è stato formato un nuovo gruppo di estremisti dalla Cecenia e altre regioni del Caucaso legato con Al-Qaeda.
La nuova formazione ha oltre mille guerriglieri, di cui la maggior parte ha esperienza di guerra. Ad Aleppo è stato attrezzato un campo d'addestramento prima di mandarli alla guerra contro l'esercito governativo

giovedì 19 settembre 2013

Siria, Il presidente Assad alla delegazione Americana: le politiche degli USA nella nostra regione contraddicono i valori e i principi del popolo americano.

Il presidente Bashar al-Assad, Mercoledì, ha ricevuto una delegazione dagli Stati Uniti composta da ex membri del Congresso, attivisti contro la guerra, e giornalisti, con a capo l'ex procuratore generale Ramsey Clark.

Durante l'incontro, il presidente al-Assad ha detto che le politiche adottate dall'amministrazione Usa nella regione, che si basano sull'intraprendere guerre, interferendo negli affari interni dei paesi e imponendo il suo dominio sui popoli e risorse, non servono gli interessi del popolo americano e contraddicono i loro valori e principi.
Da parte loro, i membri della delegazione hanno augurato che la pace e la stabilità torneranno in Siria, affermando che continueranno a difendere la Siria in vari circoli e di lavorare per smascherare all'opinione pubblica americana la natura falsa delle accuse promosse dall'amministrazione Obama per giustificare un’aggressione contro il popolo siriano.

mercoledì 18 settembre 2013

Ribelli siriani e Uck kosovaro: l’asse del terrorismo

Nei momenti più caldi della crisi siriana i giornali americani hanno più volte evocato il “modello Kosovo” per spiegare quale soluzione Obama avesse in mente. Le notizie che giungono in queste ore dal fronte siriano fanno capire quanto quell’accostamento fosse vero, sia pur in un senso differente da quello che aveva in mente la stampa statunitense.

La stampa albanese ha infatti divulgato la notizia che Pajtim Olluri, 22 anni, di Kroimiri i Lipjanit, in Kosovo, sarebbe stato ucciso combattendo contro l’esercito di Bashar Assad. Sono infatti centinaia i combattenti albanesi che si sono uniti ai fondamentalisti islamici in Siria e una ventina sarebbero fino ad oggi i caduti di cui sono riportati alcuni nomi: Halit Maliqaj 31 anni da Tirana, Ermal Xhelo da Valona, Nimetullah Imeri 38 anni e Sami Abdullahu da Skopje Rasim Zeqiri da Gostivar in Macedonia, Muaz Ahmeti 23 anni e Naman Damolli dal Kosovo. Il governo albanese è stato il primo a dichiarare la disponibilità ad appoggiare un intervento – anche militare – degli USA in Siria.
Già nello scorso aprile il quotidiano di Pristina “Koha Ditore” aveva affermato che almeno 140 estremisti islamici albanesi erano schierati a fianco dei ribelli siriani. Ma c’è chi parla addirittura di 800 cittadino albanesi e kosovari impiegati nella destabilizzazione della Siria. I militanti, tutti legati a movimenti estremisti fondamentalisti, arrivano dall’Albania, dal Kossovo e dalla valle di Preshevo, l’enclave albanese nel sud della Serbia.

Più di un anno fa, del resto, l’Associated Press rivelava che il 26 aprile 2012, al ritorno dagli Stati Uniti, una delegazione di membri dell’opposizione siriana aveva fatto tappa a Pristina per tenere colloqui su come impiegare in Siria le conoscenze dell’Uck.

“Siamo venuti qui per imparare. Il Kosovo ha già compiuto questo cammino e possiede un’esperienza che potrebbe esserci molto utile – aveva detto allora il capo della delegazione siriana Ammar Abdulhamid –. Soprattutto vorremmo sapere in che modo gruppi armati sparsi si sono infine organizzati nell’Uck”. I leader dell’opposizione siriana hanno promesso di riconoscere subito il Kosovo una volta preso il potere nel paese.
Il campo d’addestramento al confine tra Albania e Kosovo che ha accolto i partecipanti siriani, era stato inizialmente organizzato dagli Stati Uniti per aiutare l’ UCK nell’addestramento dei suoi combattenti.

Non solo: in mezzo all’asse Usa-Kosovo-Siria ci sarebbe la Turchia. Una sedicente “organizzazione umanitaria” turca, la islamista IHH, farebbe infatti da centro di smistamento e arruolamento per milizie fondamentaliste kosovare addestrate proprio da Ankara. Dietro l’operazione ci sarebbero alcuni estremisti wahabiti sauditi.
Al governo italiano il compito di domandarsi quanto sia ragionevole e sicuro avere un focolaio di terrorismo a portata di gommone dalle nostre coste pugliesi.

lunedì 16 settembre 2013

Iran all'Onu: piena disponibilita' per assistenza umanitaria alla Siria


La Repubblica islamica dell'Iran ha dichiarato all’Onu la propria disponibilità ad allestire una base logistica delle Nazioni Unite per l’assistenza umanitaria alla Siria.
Ad avanzare la proposta è stato il capo della Mezzaluna rossa islamica dell’Iran, Mohammad Farhadi, in un incontro avuto nella capitale con la responsabile delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite, Valerie Amos. Il rappresentante iraniano ha cosi’ risposto ad una richiesta del capo degli affari umanitari dell’Onu di creare una base per trasferire aiuti ai paesi confinanti devastati dalla guerra, precisa la Fars News riferendosi implicitamente alla Siria. Alla proposta ha fatto seguito nel giro di 24 ore la creazione ufficiale del "primo team Onu di aiuto umanitario" in Iran attraverso un "memorandum d’intesa" fra Teheran e l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Unocha), nell’ambito di una cooperazione strategica di lungo periodo.

sabato 14 settembre 2013

Israele: armi chimiche dal 1983

Mentre il mondo guarda alla Siria e Washington si arrampica sugli specchi per dimostrare l’utilizzo di armi chimiche da parte del regime di Bashar al-Assad, spuntano nuove rivelazioni sugli arsenali in mano israeliana.
In un reportage di Foreign Policy, pubblicato due giorni fa, compaiono documenti della CIA secondo la quale nel 1983 Tel Aviv ha avviato un vasto programma per rifornirsi di armi chimiche.
Per molti una notizia che fa poco scalpore: tra il 2008 e il 2009 la Striscia di Gaza subì un attacco senza precedenti, oltre 1.400 vittime. Durante Piombo Fuso, l’aviazione e l’esercito israeliano utilizzarono fosforo bianco contro la popolazione civile, un’accusa che Israele ha sempre rigettato ma che troverebbe conferma nelle prove raccolte da medici e infermieri, improvvisamente trovatisi di fronte a ustioni e ferite mai viste prima.
Secondo le rivelazioni di Foreign Policy, l’intelligence statunitense ritiene che Israele ha immagazzinato armi chimiche e biologiche già da trent’anni, al fine di completare il proprio arsenale nucleare. A dimostrarlo, una serie di documenti risalenti al 1983, chiusi negli archivi della CIA.
L’anno prima, nel 1982, satelliti spia americani individuarono “un probabile centro di produzione di gas nervino a Dimona, nel deserto del Negev”, luogo che da anni viene identificato come magazzino nucleare israeliano. “Non possiamo confermare se Israele possiede agenti chimici letali, ma molti indicatori ci portano a ritenere che ha a disposizione sia gas nervino persistente e non persistente – si legge in uno dei documenti CIA – Si ritiene che esistano anche altre produzioni chimiche all’interno della ben sviluppata industria israeliana”. Tra queste il famigerato sarin, gas che secondo Washington sarebbe stato utilizzato dal regime di Damasco a Ghouta, Damasco, il 21 agosto scorso.
Per ora Israele non commenta: l’ambasciata di Tel Aviv a Washington non ha rilasciato dichiarazioni in merito al reportage. Israele è uno dei quattro Paesi possessori di armi nucleari non riconosciuti come tali nell’ambito del Trattato di Non-proliferazione Nucleare. Tel Aviv non ha mai rilasciato dichiarazioni in merito, ma si ritiene che abbia avviato il proprio programma nucleare subito dopo la fine della Guerra dei Sei Giorni, nel giugno 1967. E sebbene non esistano dati certi, si stima che Israele possieda dalle 70 alle 400 armi nucleari.
Appare comunque stravagante l’attività di indagine della CIA sull’arsenale chimico israeliano: i servizi segreti americani hanno avviato la produzione e la sperimentazione di agenti chimici in casa israeliana, a partire dagli anni ’70. Forse, quello che la CIA non sapeva era il proseguimento dell’attività nucleare e chimica israeliana, tenuta nascosta, ma che per molti altro non è che un segreto di Pulcinella.

giovedì 12 settembre 2013

Dove erano gli ispettori Onu?

Serbia, Libia, Iraq, Afghanistan, Vietnam, Corea, Libano, Striscia di Gaza sono solo alcuni dei Paesi in cui il "Potere" occidentale ha fatto scorrere fiumi di sangue in nome di quella "democrazia" imposta che ha messo in ginocchio interi popoli.

Oggi siamo di fronte l'ennesima aggressione contro un popolo sovrano, è il turno della Siria. Interessi economici, controllo delle risorse minerarie, equilibri geopolitici e "richieste" israeliane sono le motivazioni per cui qualcuno ancora oggi si arroga il diritto di decidere chi sono i terroristi e chi le vittime.
Con la colpevole complicità delle organizzazioni internazionali si montano intere castelli accusatori contro gli Stati "canaglia", per poi sentirsi autorizzati a compiere spropositati atti criminali. E quindi via alle ispezioni Onu, si cercano le tanto discusse armi chimiche sempre buone per ogni stagione, o meglio, per ogni attacco militare contro Paesi sovrani.
Ma nei Paesi sopracitati, dove la crudeltà delle aggressioni militari occidentali hanno lasciato una spaventosa scia di sangue, dove tutte le armi più atroci sono state utilizzate, dove le peggiori torture e nefandezze sono state praticate sulla popolazione civile, perchè non si è Mai vista traccia degli ispettori Onu, così solerti ad indagare solo su "commissione"?
Dove era l'Onu mentre i bambini di Falluja bruciavano vivi dal fosforo bianco americano? E il napalm sui villaggi vietnamiti? L'uranio impoverito sui civili serbi? Gli ispettori Onu hanno mai indagato sul fosforo bianco sparato sui civili di Gaza? Hanno mai accertato la responsabilità sul milione di cluster bombs lanciate dall'esercito israeliano sul Libano? I villaggi di pastori afghani rasi al suolo dagli americani? Quella montagna di morti innocenti sono ancora lì, aspettano pazienti l'arrivo degli ispettori dell'Onu, aspettano la loro giustizia. Forse ignorano che proprio quegli uomini con le casacche blu, sono stati i primi a tradirli.

mercoledì 11 settembre 2013

INTERVISTA DEL CANALE USA CBS CON IL PRESIDENTE BASHAR AL-ASSAD

In data 10/09/2013, il Presidente della Repubblica Araba Siriana ha rilasciato un’intervista al canale tv americano CBS. Di seguito riportiamo i punti salienti dell’intervista.

- Qualsiasi aggressione alla Siria costituirà un appoggio diretto alle organizzazioni terroriste affiliate a al-Qaeda, come “Jabhat an-Nusra” e “Lo Stato I...slamico in Iraq e in Siria”. Faremo tutto il possibile per impedire l’ennesima folle guerra nella Regione.

- La minaccia terroristica, con tutto ciò che essa comporta, non riguarda soltanto la Siria. Ribadisco che la Siria è contro l’utilizzo di qualsiasi arma di distruzione di massa, di tipo chimico o nucleare. Come Stato e come Governo, nel 2001, abbiamo proposto alle Nazioni Unite la creazione di un’area libera da armi di distruzione di massa nel Medio Oriente, in base alle nostre convinzioni etiche e politiche, ma gli Stati Uniti all’epoca hanno votato contro la nostra proposta.

- La Siria ha concepito, tempo fa, un piano per porre fine alla guerra ed è sua ferma intenzione seguirlo. La prima fase del piano consiste nel porre fine al contrabbando dei terroristi provenienti dall’estero e al loro supporto logistico e finanziario e a qualsiasi tipo di supporto destinato ai terroristi. La seconda fase consiste nell’avvio di un Dialogo Nazionale a cui prenderanno parte tutte le fazioni siriane, che discuteranno del futuro della Siria. La terza fase coinciderà con la formazione di un Governo temporaneo o transitorio, seguito da elezioni parlamentari e presidenziali.

- Finché gli Stati Uniti non rispetteranno il Diritto Internazionale e calpesteranno la Carta delle Nazioni Unite, dobbiamo preoccuparci che qualsiasi amministrazione - non solo la presente – possa fare qualsiasi cosa. E in base alle menzogne che abbiamo sentito nelle ultime due settimane, da parte di alti funzionari del governo degli Stati Uniti, dobbiamo aspettarci il peggio.

- Abbiamo vissuto circostanze difficili negli ultimi due anni e mezzo, e ci stiamo preparando a ogni possibilità. Ciò non significa che se siamo preparati le cose andranno meglio, perché le cose peggioreranno, con un qualsiasi scellerato attacco o una guerra stupida. Le cose peggioreranno a causa delle ripercussioni, giacché nessuno può prevedere quali saranno le conseguenze del primo attacco. Stiamo parlando di una Regione molto vasta, che non comprende soltanto la Siria ma è legata indissolubilmente ad altri Paesi, perciò, se ci sarà un attacco, ci saranno ripercussioni inaspettate da qualsiasi parte e di qualsiasi forma, diretta o indiretta. Ripercussioni dirette si verificheranno mediante vendette da parte di persone e/o governi; quelle indirette invece saranno l’instabilità e la diffusione del terrorismo in tutta la Regione, che avranno effetti devastanti e diretti in Occidente.

- Più che parlare dell’attacco americano, a noi premono le conseguenze di un simile scellerato attacco, perché potrebbero essere più fatali dello stesso attacco. Qualsiasi attacco americano non distruggerà più di quanto abbiano già distrutto i terroristi in Siria, ma le ripercussioni potrebbero essere devastanti molto, molto più di un probabile attacco, perché qualsiasi attacco rappresenterà il sostegno diretto all’organizzazione terroristica Al Qaeda.

- Per quanto riguarda il presunto attacco chimico del 21 agosto, va detto che i nostri soldati sono stati attaccati con gas chimici in un'altra zona, e molto ben prima di quella data. Personalmente, sono andato in ospedale e ho verificato le loro condizioni di salute, ho verificato che erano stati attaccati da armi chimiche. Invece, riguardo alla zona in cui hanno detto che il governo avrebbe utilizzato armi chimiche, abbiamo visionato solo il video e abbiamo guardato solo le immagini e sentito le accuse. Noi non siamo presenti in quella zona, le nostre forze, la nostra polizia, le nostre istituzioni non esistono lì . Come si può parlare di quello che è successo, se non si dispone di prove? Noi non siamo come l’amministrazione americana, non siamo l'amministrazione dei social media…. Noi siamo un governo che ha a che fare con la realtà. E quando avremo le prove, lo annunceremo pubblicamente.

- La menzogna di Kerry, circa una presunta intercettazione tra funzionari siriani in merito all’uso di armi chimiche, mi fa venire in mente la grande menzogna che Colin Powell disse a tutto il mondo sulla presenza delle armi di distruzione di massa in Iraq… In quell’occasione affermò pubblicamente: "Questa è la nostra prova”! In realtà fornì prove false. Nel nostro caso, Kerry non ha nemmeno presentato alcuna prova. Ha detto solo "Abbiamo le prove ", e non ha presentato nulla . Nulla finora, non un solo straccio di prova.

- La questione è chi ha osato lanciare le armi chimiche sui nostri soldati, nello stesso giorno in cui erano presenti gli ispettori ONU. Questa è la questione. Tecnicamente, non i soldati . I soldati non lanciano missili su se stessi. Così, a rigor di logica, che siano stati i ribelli, o i terroristi, o altri, non sappiamo. Non abbiamo ancora nessun indizio. Dobbiamo essere lì per raccogliere le prove e allora possiamo rispondere.

- Obama ha tracciato la linea rossa, e Obama può tracciare linee rosse per se stesso e il suo paese, non per gli altri paesi. Noi abbiamo le nostre linee rosse, come la nostra sovranità e la nostra indipendenza, mentre se si vuole parlare di linee rosse mondiali, gli Stati Uniti hanno usato l'uranio impoverito in Iraq, Israele ha usato il fosforo bianco a Gaza, e nessuno ha detto niente. Che dire delle linee rosse ? Noi non vediamo le linee rosse. Si tratta di linee rosse politiche. Noi abbiamo le nostre linee rosse: la nostra sovranità e la nostra indipendenza.

- Tutti gli amici della Siria auspicano che si arrivi a una soluzione pacifica, e noi crediamo fermamente in questo. 



- Per quanto riguarda la decisione dell’amministrazione americana di attaccare la Siria, ritengo che il ruolo decisivo spetti al popolo americano. I sondaggi mostrano che la maggioranza ora non vuole una guerra, in nessun luogo del mondo, e non solo contro la Siria. Il Congresso voterà tra pochi giorni, e credo che il Congresso, che rappresenta il popolo, sia eletto dal popolo, e che lavori per il suo interesse. La prima domanda che dovrebbero porsi è: Quali vantaggi abbiamo tratto dalle guerre, a partire dal Vietnam ad oggi? Niente. Nessun vantaggio politico, nessun vantaggio economico, nessuna buona reputazione. La credibilità degli Stati Uniti ha raggiunto il minimo storico e quindi questa guerra è contro l'interesse dell’amministrazione americana. Perché ? In primo luogo questa guerra sostiene al-Qaeda e le stesse persone che hanno ucciso gli americani nel 11 settembre. La seconda cosa che vogliamo dire Congresso è che dovrebbero chiedere- e noi ci aspettiamo che lo chiedano- alla loro amministrazione le prove che essa possiede circa la storia delle armi chimiche e le accuse che ci hanno mosso. Non voglio dire niente al Presidente o a qualsiasi altro funzionario, perché siamo delusi dal loro comportamento, perché ci aspettavamo che questa amministrazione fosse diversa da quella di Bush. Ma stanno adottando la stessa dottrina, ricorrendo a marchingegni diversi. Tutto qui. Quindi, se vogliamo aspettarci qualcosa da questa amministrazione, non è di essere debole, ma di essere forte e di riconoscere senza alcun timore di non avere prove, e di rispettare il Diritto Internazionale, ricorrendo al Consiglio di Sicurezza e alle Nazioni Unite.

- La Siria è in uno stato di guerra fin da quando la sua terra è stata occupata per più di quattro decenni, e la natura della frontiera in Siria implica che la maggior parte delle basi militari si trova in zone abitate. È difficile trovare una base militare in aree lontane dalle città, a meno che non si tratti di un aeroporto o di qualcosa di simile, ma la maggior parte delle basi militari o centri si trova all'interno di zone abitate.


- La guerra in Siria è iniziata parzialmente come guerra settaria in alcune aree, ma ora non lo è più, perché quando si parla di guerra settaria o guerra di religione, si dovrebbe avere una linea molto chiara tra le sette e le religioni in Siria in base alla geografia e alla demografia in Siria , e questo non è assolutamente ciò che accade ora. Quindi , non è una guerra di religione, ma Al Qaeda strumentalizza sempre le religioni , l'Islam - in realtà , come pretesto e come copertura per la sua guerra, per il terrorismo, per uccidere e decapitare.

- Se io, come Presidente, non godessi dell’appoggio del mio popolo, allora rassegnerei le dimissioni. Ma poiché dispongo dell’appoggio popolare, allora devo rimanere con il mio popolo e a fianco del mio popolo, in tutti i casi. Ecco la mia missione , devo aiutare la gente, devo servire il popolo.
Sono passati due anni e mezzo, ok ? Due anni e mezzo e la Siria è ancora in piedi. Contro gli Stati Uniti, l'Occidente, l'Arabia Saudita e i paesi più ricchi, tra cui la Turchia e, se la maggioranza del popolo siriano fosse davvero contro di me, come sarei in grado di resistere sino ad oggi? Non sono un uomo eccezionale, non sono superman, non è questo il caso.

- Se l'amministrazione americana vuole sostenere al-Qaeda, che lo faccia. Questo è quello che abbiamo da dirgli: “Continuate a sostenere al-Qaeda, ma non parlate di ribelli ed esercito siriano libero. La maggior parte dei combattenti ora sono con al-Qaeda. Se volete sostenerli, allora sostenete al-Qaeda, e diffondete il caos nella regione, e se questa regione non è stabile, il mondo intero non può essere stabile”.

- I funzionari americani devono imparare a trattare con la realtà. Perché gli Stati Uniti falliscono nella maggior parte delle loro guerre? Perché hanno sempre basato le loro guerre su informazioni sbagliate. Quindi, che ci credano o no, questa è la realtà. Devo essere molto chiaro e onesto. Non gli voglio chiedere di crederci o se non vogliono crederci. Questa è la realtà, io sto parlando della realtà del nostro paese. Noi viviamo qui, sappiamo che cosa sta accadendo, e loro devono ascoltare la gente qui. Essi non possono ascoltare solo i loro mass-media o i loro centri di ricerca. Loro non vivono qui, nessuno vive qui, eccetto noi. Quindi, questa è la realtà. Se vogliono crederci, questo è un bene, che li aiuterà a capire la Regione e ad avere più successo nelle loro politiche.

- Dimettermi? Perché dovrei? Cosa succederebbe dopo? Quando si è nel bel mezzo di una tempesta , abbandonare il proprio Paese solo perché bisogna dimettersi senza alcun motivo ragionevole, significa rinunciare al proprio Paese, e questo è tradimento.


- Non si tratta di me, ripeto: questa lotta non è la mia lotta, non è la lotta del governo, è la lotta del Paese e del popolo siriano .

- Una volta che i paesi occidentali interromperanno il loro appoggio ai terroristi e le loro pressioni sui loro paesi di marionette e clienti come l'Arabia Saudita, la Turchia e altri, non avrete alcun problema in Siria. Tutto sarà risolto facilmente, perché quei combattenti , la parte siriana di cui tanto si parla, perderanno i loro incubatori naturali nella società siriana e non avranno più incubatori ; è per questo che hanno incubatori all'estero. Hanno bisogno di soldi dall'estero, hanno bisogno di sostegno morale e di sostegno politico dall'estero. Non avranno alcuna base, né alcun incubatore. Così , quando si arresterà il contrabbando, non avremo problemi .

- Il supporto esterno non può mai sostituire il supporto interno, nel modo più assoluto, mai e poi mai. Gli esempi a cui dobbiamo guardare molto bene sono l'Egitto e la Tunisia. Questi Paesi hanno tutto il sostegno dall'Occidente e dal Golfo e dalla maggior parte dei paesi del mondo, ma non godono di supporto interno e non avrebbero mai potuto continuare oltre - quante settimane ? - Tre settimane. Quindi, l'unico motivo e la riprova per cui siamo qui da due anni e mezzo è perché abbiamo il sostegno interno, il sostegno popolare.

- Non ho mai sentito parlare di guerre “morbide”. Avete sentito parlare di guerre morbide ? Non c'è nessuna guerra morbida. La guerra è guerra. Ogni guerra è spietata . Quando si combatte contro i terroristi, li si combatti come in ogni altra guerra.

- La “rivoluzione” dovrebbe essere siriana, non può essere una rivoluzione importata dall'estero. Le persone che hanno contrastato il Governo all’inizio, oggi sostengono il governo contro i ribelli, è questa la verità. Ecco perché ciò che è successo all'inizio è completamente diverso da ciò che sta accadendo ora. C'è una dinamica molto elevata, le cose stanno cambiando su base giornaliera. Le persone che volevano la rivoluzione, oggi collaborano con il Governo.

- La speranza, per un americano, è diversa dalla speranza per un siriano. Per quanto riguarda me, deve essere la speranza dei siriani, e nessun altra, non quella degli americani , né dei francesi, né di chiunque altro al mondo. Sono il presidente e il mio dovere è aiutare il popolo siriano.

- L’opposizione è cosa ben diversa dal terrorismo. L'opposizione è un movimento politico. Fare opposizione non implica prendere le armi e uccidere persone e distruggere tutto. Come si potrebbero definire allora le persone a Los Angeles negli anni Novanta, erano ribelli o opposizione? Come descrissero gli inglesi i ribelli a Londra, meno di due anni fa? Li chiamarono oppositori o ribelli? Perché noi dovremmo li dovremmo chiamare oppositori? Sono ribelli. Anzi, non sono nemmeno ribelli, sono terroristi che tagliano le teste. C’è una opposizione così definita al mondo, che si vanta di tagliare teste e mangiare i cuori delle vittime? E’ questa, l’opposizione? Come si chiamano le persone che hanno attaccato le due torri del 11 settembre ? Opposizione ? Anche se non sono americani, lo so questo , ma penso che uno di loro abbia nazionalità americana. E’ un oppositore o un terrorista? Perché si dovrebbe usare un termine negli Stati Uniti e in Inghilterra e forse in altri paesi e usare un altro termine in Siria ? Si tratta di un doppio standard che non accettiamo.

- In base a quanto abbiamo visto nelle zone controllate dai terroristi, ai bambini è vietato andare a scuola, agli uomini è vietato radersi la barba, e le donne devono essere coperte dalla testa ai piedi; in sintesi vivono la stessa vita che i Talebani imponevano in Afghanistan, è esattamente la stessa vita. Con il tempo, dobbiamo preoccuparci, perché uno Stato laico deve riflettere una società laica, e se non ci sbarazzeremo di questi terroristi estremisti e della loro ideologia wahhabita… allora ciò influenzerà almeno le nuove, future generazioni. E io non posso dire che questo non accadrà. Noi siamo ancora laici in Siria, ma con il passare del tempo questa laicità scomparirà.


lunedì 9 settembre 2013

Fine della missione in Siria per Fronte Europeo e Solid - a breve campagna raccolta e invio materiali dall'Europa

Roma, 9 sett. - Rientra in Italia la delegazione del Fronte Europeo per la Siria e di Sol.id. Termina così dopo 10 giorni la prima missione in Siria. Il viaggio portato a termine nel momento più delicato, durante l’acuirsi della crisi siriana dovuta alle pressioni e minacce che alcuni paesi occidentali, in primis gli USA, stanno perpetrando contro il legittimo governo siriano, e’ stato un importante segnale politico e solidale. La delegazione ha avuto modo di incontrare le più alte autorità politiche siriane, i feriti ed i giovani soldati di leva dell’esercito nazionale, importanti autorità religiose e ha toccata da vicino la grande forza di spirito dei siriani. Un popolo che mostra una capacita’ di resistenza incredibile, una profonda identità e una granitica appartenenza ad una terra viva, forte di una civiltà millenaria.

Raggiunto l’obiettivo di questa prima missione, il progetto di aiuto solidale è stato sottoposto alle autorità, prossimamente partirà la prima campagna europea di raccolta materiali da inviare in Siria, in particolar modo dedicata ai bambini, tra i più colpiti non solo da questi 28 mesi di guerra terroristica, il cui principale obiettivo è quello di distruggere il tessuto economico siriano. Basti pensare che nella sola provincia di Aleppo i terroristi hanno colpito le più importanti infrastrutture e smantellato e consegnato alla Turchia più di 1.600 fabbriche, difficoltà che si vanno ad aggiungere all'embargo trentennale a cui è sottoposto il popolo siriano.

Il Fronte europeo e Sol.id daranno vita ad un importante ponte solidale e slancio volontaristico di respiro europeo. Un sentito ringraziamento va alla comunita’ siriana in Italia con la quale abbiamo affrontato questo viaggio e con la quale condividiamo in abbraccio fraterno, da due anni, ogni iniziativa tesa a sostenere la Siria laica, socialista e nazionalista. L’Europa dei popoli e degli uomini liberi è oggi più che mai accanto al popolo siriano.

Siria: anche militari americani dicono no alla guerra

NEW YORK - Un intervento in Siria, anche se limitato, non convince neanche i militari che mostrano la propria contrarietà a un'azione sul social network Reddit.
"Obama, non mi schiererò per combattere i tuoi ribelli di Al Qaida in Siria. Svegliatevi gente", si legge in un cartello che copre il viso di un ragazzo dell'esercito Usa in divisa mimetica. "Non mi sono arruolato per uccidere i poveri per i ricchi. No alla guerra in Siria", e' un'altra delle foto pubblicate su Reddit da un altro militare

domenica 8 settembre 2013

Siria, in veglia siriani pro-Assad: E' solo una sporca guerra

Città del Vaticano 7 set. (LaPresse) - Ci sono anche loro sul sagrato di San Pietro e pregare con Pap Bargoglio per socngiurare che non loro paese si scateni la guerra. Sono una decina: donne, bambine e uomini. Sono siriani, in Italia chi da 5 e chi da 10 anni. Sono musulmani e cristiani ma soprattutto ribadiscono l'innocenza del "loro" presidente Assad. Sana è bionda, ha 44 anni ed è cristiana.
"Assad non uccide - esordisce - ditelo, scrivetelo. La guerra è una guerra sporca, fatta per interessi americani". "Nessuno - continua - si chiede quale è la verità che arriva dalla Siria. Solo un siriano puà sapere cosa sta succedendo nel suo Paese e io dico che nel mio paese Assad non è l'autore di nessun massacro". Le fa eco Karim, musulmano, 16 anni. Sembra avere le idee chiare.
"Nel mio paese - dice - c'è un profondo rispetto per tutte le religioni e le minoranze. Assad è amato dal popolo che lo ha voluto e lo ha eletto. Chi uccide sono i terroristi e chi vuole attaccare la Siria sappia che sta facendo il loro gioco". Molti si inseriscono nel discorso disquisendo sulle intenzioni degli Usa e di Israele. Sana puntualizza: "Almeno voi - dice rivolgendosi simbolicamente ai giornalisti italiani - prendetevi la briga di parlare con qualcuno di noi. Io lì ho parenti, amici che sento ogni giorno. C'è paura, c'è terrore. Ma vi garantisco: Assad è un laico, aperto, liberale e rispettoso. Io sono orgogliosa di avere un presidente così".
"Cosa sta spiengendo Obama - continua - a questa guerra? Forse il calo dei suoi consensi? Per favore, ponetevi almeno qualche domanda". Intorno si crea immediamente un capanello di altri siriani he annuiscono e dicono: "Speriamo che questa veglia serva a dire no alle armi".

sabato 7 settembre 2013

PUTIN: QUALSIASI ATTACCO CONTRO LA SIRIA È FUORI LEGGE

L'attacco chimico è una provocazione dai 'ribelli' nella speranza di un intervento militare dalle forze esterne.

A San-Pietroburgo, Il presidente russo Vladimir Putin ha detto ch...e la Russia aiuterà la Siria, nel caso di un intervento militare straniero contro di essa, sia militarmente che umanitariamente e finanziamente, come lo sta facendo adesso.

Gli Stati Uniti e le altre nazioni se iniziassero un'operazione militare in Siria, agirebbero al di fuori del diritto internazionale, in quanto tali azioni sono possibili solo con l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

venerdì 6 settembre 2013

Chi paga l’intervento Usa in Siria? Kerry: «Qatar e Arabia Saudita»

L’intervento americano in Siria, se il Congresso lo approverà, non costerà neanche un singolo dollari agli Stati Uniti. Come rivelato ieri in Senato dal segretario di Stato americano John Kerry, «rispetto alla domanda se i Paesi arabi si siano offerti di pagare i costi [dell'attacco], la risposta è sì». Alla domanda della deputata repubblicana Ileana Ros-Lehtinen: «Quanto si sono offerti di pagare?», Kerry ha risposto: «L’intero costo dell’operazione militare».
PAGANO I PAESI ARABI. Ha poi aggiunto Kerry: «Alcuni dei Paesi arabi ci hanno detto che se siamo pronti ad attaccare nello stesso modo in cui abbiamo attaccato in precedenza altri Paesi, loro pagheranno il costo dell’intervento». Così, tenendo anche conto delle parole del segretario di Stato americano a conferma del fatto che gli Stati Uniti non invieranno uomini in Siria, si prospetta per l’America un vero intervento a costo zero.
INTERESSI DELL’ARABIA SAUDITA. Non c’è da stupirsi per la generosità dei Paesi arabi: Arabia Saudita e Qatar, entrambi paesi sunniti, hanno forti interessi in questa guerra, in cui intravedono la possibilità di spezzare finalmente l’asse sciita composto da Siria e Iran, diminuendo anche l’influenza degli ayatollah nella regione. Non a caso, dall’inizio del conflitto in Siria hanno rifornito di armi, uomini e mezzi le brigate ribelli, comprese quelle più estremiste legate ad Al-Qaeda, come al-Nusra e lo Stato islamico dell’Iraq. Secondo un recente reportage, le armi chimiche che hanno causato centinaia di vittime a Ghouta potrebbero essere state esplose per sbaglio proprio dai ribelli, che le avrebbero ricevute dai sauditi.

giovedì 5 settembre 2013

Siria, la foto che prova i massacri di Assad è un falso: scattata in Iraq nel 2003

La notizia è clamorosa e sta facendo il giro del mondo. Una delle foto che testimonierebbe il presunto massacro perpetrato con le armi chimiche dall'esercito fedele al presidente siriano Assad sarebbe un clamoroso falso. Anzi, lo è senza l'uso del condizionale.
Si tratta dell'ormai celebre immagine che ritrae centinaia di corpi accatastati in una grande sala, diffusa dall'emittente nazionale britannica Bbc, a riprova dei presunti crimini che sarebbero stati commessi dal governo in Siria contro gli oppositori. Uno scatto che, a detta dei media occidentali, era stato fatto nella città siriana di Hula e avrebbe testimoniato un'orrenda strage a danno degli oppositori del Presidente. Immagine, che sempre secondo la Bbc, era stata inviata in circostanze rocambolesche da alcuni attivisti siriani.
Ebbene, tutto falso! Vergognosamente falso, perché la foto è stata scattata in Iraq, dal fotografo italiano Marco Di Lauro. Ed è stato proprio lui, su Facebook, a denunciare la mistificazione, sottolineando che l'immagine ritraeva tantissimi corpi ritrovati in una fossa comune il 27 marzo del 2003 a Al Musayyb, una città a 40 chilometri a sud di Baghdad.
Lo scatto si riferisce proprio a quei corpi che una volta ritrovati, furono accatastati in una scuola e coperti. "Qualcuno sta usando illegalmente una delle mie immagini per la propaganda anti-siriana in prima pagina del sito web della Bbc", questo il commento del fotografo Marco di Lauro, dopo avere scoperto che il proprio scatto era stato usato dai mass-media britannici come prova dei massacri di Assad.

lunedì 2 settembre 2013

Siria, il New York Times distrugge Obama: non ha prove per attaccare

Il presidente Barack Obama deve ancora dare spiegazioni per intervenire militarmente in Siria. E’ quello che sostiene il New York Times in un editoriale che mette seriamente in discussione la legittimità di un eventuale, e imminente, attacco americano. Per prima cosa il quotidiano sottolinea che, sebbene l’ipotesi concreta di un intervento sia nata dopo la strage della scorsa settimana condotta con gas nervino, “Obama deve ancora dimostrare come una reazione possa davvero fare da deterrente per l’uso di armi chimiche in futuro”.
E soprattutto, si chiede il Times, “dov’è la prova che sia stato il presidente Bashar al Assad a condurre l’attacco?” Anche se gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Turchia hanno detto di non dubitare sul fatto che la colpa sia del regime di Damasco, non ci sono ancora documenti che lo dimostrino. “Visto l’errore clamoroso con l’Iraq – quando l’amministrazione di Bush è entrata in guerra per armi nucleari inesistenti – l’accuratezza delle prove deve essere più che mai alta”. Inoltre, continua il quotidiano, Obama farebbe meglio a spiegare come pensa che un attacco possa aiutare a risolvere il conflitto esploso nella regione. L’azione militare dovrebbe dunque essere parte di una più ampia e solida strategia che possa ricondurre il conflitto armato sul più razionale piano della diplomazia. Ma anche su questo Obama non ha dato spiegazioni.
Oltre alla scarsa chiarezza dei presupposti, il New York Times condanna i metodi: l’ipotesi di un attaco statunitense senza l’Onu, l’ente teoricamente legittimato a prendere in mano la vicenda. Il consiglio di Sicurezza è infatti “la prima sede in cui si dovrebbe trattare l’uso di armi chimiche, essendo questo un crimine di guerra vietato dagli accordi internazionali”. In un mondo ideale, se le prove che stanno raccogliendo gli ispettori dell’Onu dimostrassero che è stato il governo di Damasco ad usare gas nervino contro i civili, allora il Consiglio lo condannerebbe. Assad sarebbe spedito alla Corte Internazionale Criminale e verrebbe bloccato il trasporto di armi e materiale bellico in Siria.
Come se non bastasse, spiega il New York Times, agli Stati Uniti manca anche il pieno sostegno di Nato e Lega Araba, due organizzazioni chiave. Senza un solido supporto internazionale, si lege nell’editoriale, “un attacco militare condotto da Stati Uniti, Francia e Inghilterra (due ex potenze coloniali) sarebbe una propaganda per Assad”.
Inoltre, il New York Times definisce “la presentazione dell’intelligence più importante dal febbraio del 2003″, ma poi sostiene che somiglierà alla lettura di “un comunicato stampa”. L’annuncio che potrebbe arrivare oggi da Washington – su prove evidenti che dimostrerebbero la responsabilità del governo di Damasco per la strage della scorsa settimana compiuta per mezzo di armi chimiche – si preannuncia molto diverso da quello pronunciato dieci anni fa dall’allora segretario di Stato Colin Powell, quando comunicò l’entrata in guerra degli Stati Uniti contro l’Iraq. Powell, ricorda il Times, aveva reso pubblici alcuni documenti per dimostrare che Baghdad fosse in possesso di armi nucleari, cosa che giustificava l’attacco americano e che tuttavia in seguito è stata clamorosamente smentita.
Invece di un annuncio dettagliato e solenne come quello del braccio destro dell’ex presidente George W. Bush, che aveva mostrato fotografie satellitari e diffuso il contenuto di comunicazioni tra funzionari di Baghdad, l’amministrazione del presidente Barack Obama – riporta ancora il New York Times – si prepara a un discorso “contenuto”, simile a quello già pronunciato a giugno dalla Casa Bianca sull’uso di armi chimiche in Siria “in piccola scala contro l’opposizione diverse volte nello scorso anno”.

domenica 1 settembre 2013

FRONTE EUROPEO E SOLID RICEVUTI A DAMASCO DAL PRIMO MINISTRO.

La delegazione del Fronte Europeo di solidarietà per la Siria e di Solid hanno incontrato insieme ai rappresentanti della comunità siriana in Italia, in mattinata il Primo ministro Wael Halaki e il viceministro degli esteri Faisal Mekdad.
Durante gli incontri il governo siriano ha ufficialmente ringraziato la nostra delegazione per l'...importante opera di solidarietà e sostegno: "Sappiamo che tra i Popoli europei e i loro governi c'è una grande differenza, voi siete qui a casa vostra" ha detto il Primo ministro Halaki. Grande soddisfazione da parte delle autorità siriane di instaurare una concreta e duratura collaborazione per il progetto solidale attraverso l'invio di materiali e di volontari.
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